Antonello Venditti torna all’Arcimboldi ed incanta il pubblico

Antonello Venditti ritorna al Teatro degli Arcimboldi di Milano, dopo la trionfale data dello scorso febbraio, per presentare al pubblico milanese il suo nuovo show.

Martedì 15 aprile il Teatro Arcimboldi di Milano ha ospitato Antonello Venditti, uno dei cantautori più amati del panorama musicale italiano, che ha stupito il pubblico meneghino con ’70/80 Ritorno al Futuro’ uno show di ben 4 ore, con il fine di ripercorrere i due decenni che più hanno caratterizzato la sua vita musicale e non.

Ebbene sì, in uno scenario caratterizzato da luci soffuse e divanetti, il cantautore romano propone uno spettacolo che non è semplicemente riconducibile ad un concerto nella visione più tradizionale; infatti, ripercorrendo, appunto, le pietre miliari del suo repertorio ed i momenti di carriera nonché vita più salienti, sia da one man show quindi voce e piano, sia supportato da una band composta da validissimi elementi, egli decide di arricchire, impreziosire, caricare ognuno di questi momenti citati aiutandosi con delle spiegazioni, quasi dei dettagliatissimi monologhi, fortemente esplicativi, che rimangono impressi nell’immaginario di chi ascolta ma che sicuramente rendono tale show diverso dai precedenti e che ovviamente non tutti gli spettatori gradiscono.

Il pubblico dell’Arcimboldi pare irrequieto, non poche sono le lamentele sia sussurrate tra le poltroncine del teatro che addirittura espresse a gran voce da parte dei fan più “delusi” ; chi si aspettava un concerto meno lungo e con meno interventi da parte del cantante, chi avrebbe preferito ch’egli si fosse trattenuto maggiormente nell’elargire frecciatine di satira politica; sono insomma molti i dissapori ed i commenti dolceamari di spettatori che nonostante ciò, esplodono con fragorosissimi applausi per lodare le doti indiscusse del cantante.

Ma Venditti con la sua schiettezza, vuole rendere cosciente i suoi fans sui microcosmi che stanno dietro ad ogni singolo brano, dalla sua prima canzone scritta a quattordici anni e dedicata ad una Roma ancora semi sconosciuta a lui, gli istinti omicidi nei confronti di una madre troppo severa, la voglia di onorare un padre “tutto d’un pezzo” che aveva fatto la guerra, l’amore e odio per una nonna che lo costringeva a recarsi spessissimo a messa ma che lo viziava un po’ troppo a tavola, sono tutti punti di partenza da cui Antonello trae il suo disagio di ragazzino ma che poi lo accompagnerà per tutta la sua vita; disagio che diventa generazionale quando da adolescente inizia a condividerlo con i suoi coetanei, con cui creerà la prima comune di Roma e, tra una scorribanda e l’altra, inizierà a farsi conoscere tra i palcoscenici della capitale.

Le canzoni maggiormente sentimentali come ‘Giulia‘ e ‘Marta’ parlano di amore, romanticismo “a modo suo”, parlano di tradimento e perdono ma hanno una costante, sono dedicate a qualcuno, a qualcosa, forse ad un ideale che neanche lui è riuscito mai a raggiungere.
Si ringraziano Midas Promotions e F&P Group per il graditissimo invito.

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