Intervista a Pippo Pollina, alla scoperta de ‘L’Appartenenza’

Cube Magazine ha incontrato il cantautore siciliano Pippo Pollina, che con il suo Palermo Acoustic Quintet, ci ha presentato il nuovo disco 'L'Appartenenza'.

Il cantautore siciliano Pippo Pollina, con il suo gruppo ‘Palermo Acoustic Quintet’ composto da Fabrizio Giambanco (percussioni e batteria), Luca Lo Bianco (basso e contrabbasso), Roberto Petroli (clarinetto e sassofoni), Tino Horat (tastiera) e Max Kemmerling (chitarra), durante il suo tour Europeo del 2014, arriverà anche in Italia con ‘L’Appartenenza tour’ dove con 4 date si esibirà a Torino, Cattolica, Verona e Firenze. Questo tour è il seguito dell’album composto da vari inediti intitolato ‘L’Appartenenza’, uscito il 21 gennaio. In occasione della presentazione del disco abbiamo avuto l’occasione di fare quattro chiacchiere con il cantautore, ecco cosa gli abbiamo chiesto..

CM: Buongiorno Pippo e grazie per la disponibilità. Il 21 gennaio uscirà il tuo nuovo album di inediti ‘L’Appartenenza’. Quale è il tema principale di questo disco?
Pippo Pollina: “Il nome dell’album ‘L’Appartenenza’ rappresenta il concetto che lega i temi contenuti in esso, una sorta di file rouge. Ho compiuto 50 anni, ho voluto fare un bilancio della mia vita e mi sono ritrovato a pensare che noi tutti abbiamo delle appartenenze di tipo politico, religioso, culturale che ci differenziano e accomunano allo stesso tempo ed è per questo che ho voluto creare un album che le rappresentasse in qualche modo”.

CM: Che messaggio vuoi trasmettere principalmente con i brani contenuti all’interno dell’album ‘L’Appartenenza’?
PP: “Ho messo le carte in tavola, dico chiaramente quello che penso, ad esempio nel brano ‘Cantautori’ spiego quella che è stata la mia scelta di vita citando anche grandi nomi della musica che mi hanno ispirato”.

CM: Sei molto famoso in tutta Europa. C’è un paese in cui ti piacerebbe suonare in cui ancora non hai avuto l’occasione di andarci?
PP: “Mi piacerebbe molto suonare in Argentina! Trovo che Buenos Aires sia una sorta di proiezione europea in Sud America. Rappresenta una società multiculturale che però è stata in grado di creare un’identità propria. Inoltre è un paese che ha dato origine a tantissimi artisti e generi musicali che mi sono sempre piaciuti”.

CM: In concerto quale è la cosa più bella che può darti un pubblico? Quale è la cosa che preferisci del pubblico durante un concerto?
PP: “Attenzione ed empatia. Il pubblico mi omaggia della sua presenza e delle sue risposte positive ma la cosa che più mi rende felice è l’attenzione che mi da, che da alle mie parole e ai concetti che voglio trasmettere”.

CM: C’è qualche artista della musica italiana con cui ti piacerebbe collaborare nella composizione di un pezzo?
PP: “Ivano Fossati! L’ho sempre ammirato molto e mi piacerebbe collaborare con lui un giorno”.

CM: Essendo un cantautore, cosa ti dà l’ispirazione nello scrivere nuovi pezzi? E che sensazione si prova nel cantare i propri pezzi a un pubblico quindi a trasmettere direttamente il messaggio della canzone?
PP: “Canto da 30 anni le mie canzoni. Penso che la musica sia un potentissimo mezzo di espressione. Il privilegio che ti da il fatto di cantare le tue canzoni è che puoi dire quello che pensi, cose che altrimenti non riusciresti a dire”.

CM: Con il tuo tour Europeo arriverai in Italia con ben 4 date. Cosa ti aspetti dal pubblico italiano?
PP: “Beh spero che il pubblico si presenti numeroso e positivo come è sempre stato nei miei confronti. Il pubblico è esigente, giustamente, e mi aspetto quindi che sia critico… se poi le critiche sono positive ancora meglio!”

CM: Quale è il tuo rapporto con i componenti del ‘Palermo Acoustic Quintet’ ? C’è connessione tra di voi?
PP: “Abbiamo un ottimo rapporto, ci conosciamo e collaboriamo da anni quindi il rapporto è molto solido. Ci sono due new entry e anche con loro il rapporto musicale e umano si sta affinando e migliora giorno dopo giorno”.

CM: Da giornalista a cantautore di successo. Cosa ti ha spinto a intraprendere questa carriera? è stato difficile all’inizio?
PP: “Avrei potuto fare altro in effetti… ho studiato anche musica classica ma la musica d’autore mi ha sempre affascinato. Penso sia un ottimo mezzo di comunicazione”.

Un ringraziamento speciale a Pippo Pollina ed ad Alessandra Bosi di Parole & Dintorni.

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