Intervista a Rudy Rotta: tra il blues, i Beatles ed i Rolling Stones

Cube Magazine ha incontrato Rudy Rotta, famoso bluesman di fama internazionale, alla presentazione del disco tributo 'The Beatles vs The Rolling Stones'.

Rudy Rotta

Non sono tantissime le persone in Italia che hanno diviso il palco con B.B.King, Etta James, J.Mayall e Brian Auger. Rudy Rotta, bluesman di fama internazionale, classe 1950, è una tra i pochi musicisti a far parte di questa ristretta cerchia. In occasione del nuovo album del chitarrista ‘The Beatles vs The Rolling Stones’, abbiamo incontrato Rudy per fare quattro chiacchiere sul suo ultimo lavoro.

CM: Buongiorno Rudy, ben trovato. Come stai?
Rudy Rotta: “Tutto bene, sto vivendo un momento molto intenso per quanto riguarda la mia musica e la cosa di stimola parecchio”.

CM: Ho letto in giro che non ti definisci un bluesman, bensì un amante del blues. Puoi spiegarci cosa intendi?
RR: “Credo che in Italia si sia fatta molta confusione sull’argomento blues, diversi personaggi si sono fatti etichettare con il nome di Bluesman e personalmente trovo la cosa ridicola e offensiva, non credo che per essere un bluesman una persona debba nascere per forza nel Mississippi o in Louisiana o a Chicago ma credo sia indispensabile conoscere questa musica, averlo fatto scorrere sulla propria pelle ed averlo suonato con le persone che sono cresciute con questa musica e non pensare che ‘Sweet Home Chicago’ l’hanno composta i Blues Brothers come ho potuto constatare di persona”.

CM: Se ripercorriamo le tappe della tua carriera, quali sono i momenti che ricordi con maggior entusiasmo e che ti hanno segnato di più?
RR: “Sono veramente tanti, dalle crociere con i piu’ grandi del blues, le mie collaborazioni con i artisti che fino a quel momento erano dei miti per me; da b.b. king, allman brothers, etta james, srv’s double trouble, john mayall, brian auger, peter green, robben ford, larry carlton, taj mahal, fabulous thunderbirds, luther allison, certo essere stato invitato a suonare con b.b. king al festival jazz di montreux e’ stato senz’altro uno dei momenti piu’ belli della mia carriera”.

CM: Parliamo ora di ‘The Beatles vs The Rolling Stones’. Con quale spirito hai affrontato una registrazione così facilmente soggetta a critiche?
RR: “Con lo spirito di chi è cresciuto con questa musica, le critiche non mi fanno paura perché comunque sia quando io creo creo le mie canzoni o arrangio le canzoni di altri lo faccio sempre con passione, amore e non pensando a quante copie venderò di quel disco”.

CM: Secondo innumerevoli fonti, il grandissimo successo di queste due formazioni dipende dalla grandissima sinergia interna ad entrambe. Condividi questo pensiero?
RR: “In generale, quanto contano dei buoni rapporti, un alto livello di intimità e confidenza per una band? Si sono perfettamente d’accordo, questa è gente che ha passato, almeno inizialmente, la gran parte del tempo a suonare, provare, comporre e non certo frequentando trasmissioni TV, talk shows o quant’altro e il risultato è la conseguenza di tutto questo. I rapporti tra i musicisti di una band la dove non c’è un unico leader, sono molto importanti per trovare un’armonia che ti porta poi a sfornare disco dopo disco”.

CM: Credo che uno dei momenti più belli per un artista sia la fine di uno show; immagino, nella tua lunga carriera, quante persone tu abbia incontrato e con quante ti sia intrattenuto nel post show. La gente ha ancora voglia di parlare secondo te, Rudy?? Qual’ è la nazione in cui hai avuto la sensazione che la gente avesse più bisogno di confidarsi ?
RR: “Verissimo, a fine di ogni concerto incontro sempre molte persone che ha voglia di chiedere, di sapere e la cosa mi fa molto piacere perché è sincera. Non farei una differenza tra una nazione o l’altra”.

CM: Siamo curiosi di sapere quale è la tua attrezzatura dal vivo. Abbiamo visto diversi amplificatori sul palco..
RR: “Uso quasi sempre 3 amplificatori in contemporanea, Fender Super Reverb del 64, Vibrolux (riedizione, consegnatomi dalla Fender Europe a Londra) e un Harper del quale sono endorser. Per quanto riguarda le chitarre Fender Stratocaster 62-65-66 per la slide uso una Stratocaster Signature RR anche questa consegnatami dalla Fender Europe, un’altra Stratocaster Signature RR consegnatami dalla Casale&Bauer in occasione della fiera degli strumenti musicali di Rimini, Telecaster 53, Telecaster Custom Shop, diverse Gibson tra le quali Les Paul Junior del 58, una 345 del 68 e un paio di SG “diavoletto” di recente produzione. Per l’acustica invece una Maton datami come endorsment molti anni fa, uso un Wah Wah Vox, dunque niente effetti o pedalini”.

CM: Ma la vita è una lunghissima misolidia che risolve sulla maggiore dell’ eternità?
RR: “Bella questa, vedremo…..”

Dove possiamo trovare i tuoi prossimi concerti e come possiamo rimanere aggiornati per seguire tutte le novità su di Rudy Rotta?
RR: “Sul mio sito www.rudyrotta.com. Complimentoni per tutto. Un caro saluto Un saluto a tutti voi”.

Intervista a cura di Frank Lavorino

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