Intervista agli Jovine: con ‘Sei’ trasmettiamo la fierezza di essere ‘Napulitan’

Cube Magazine ha avuto occasione di incontrare Valerio Jovine, fondatore della band napoletana degli Jovine, in piena promozione della loro ultima fatica, 'Sei'.

Valerio Jovine nasce a Napoli e la musica ce l’ha nel sangue: fin da molto giovane inizia a comporre, facendo una dura gavetta nei locali della città con la sua band, gli Jovine appunto, producendo la bellezza di 6 album. L’ultimo di questi si intitola ‘Sei’, anticipato dal singolo ‘Napulitan’ che vede la collaborazione di O’Zulu dei 99 Posse, gruppo in cui milita anche il fratello di Valerio, Massimo ‘JRM’.

D: Ciao ragazzi, abbiamo ascoltato il singolo ‘Napulitan’, che è un inno alla fierezza di essere napoletani, oltre che un manifesto antirazzista. Cosa vi rende fieri di essere “napulitan”?

R: (Valerio) Innanzitutto, siamo Napoletani, almeno buona parte della Band. Il chitarrista è Cosentino e il Fonico pugliese… poi rappresentiamo la nostra Città con la nostra Musica. Spesso si parla di Napoli per le cose che non ci rappresentano: la Camorra, l’immondizia… noi proviamo a raccontare con fierezza la nostra Città, nel bene e nel male.

D: La vostra città di origine, Napoli, è un po’ il filo conduttore che lega tutti i pezzi all’interno di ‘Sei’. Ma voi come vedete – dall’interno – la Napoli di oggi, dal punto di vista musicale, ma soprattutto quello sociale?

R: Scriviamo di Napoli, ma soprattutto a Napoli per cui in un senso o nell’altro si ritrova in tutte le canzoni; musicalmente Napoli è sempre molto viva, nell’ultimo periodo noto con piacere sempre più spesso la fusione tra i vari generi e artisti, dall’hip hop al Reggae fino al Pop, e stanno nascendo tante sane collaborazioni, il che fa benissimo alla nostra Città.

D: Parliamo ora della Titletrack ‘Sei’. La parola ‘Sei’ ha molti significati per voi: è il vostro sesto album, nel gruppo siete in sei membri, quale significato date a questo pezzo?

R: Oltre ai significati già citati….’Sei’ sembra essere dedicata a una donna in particolare, ma è scritta e dedicata alle persone, agli amici che ci seguono da anni e che ci danno la forza ogni giorno di continuare il nostro viaggio.

D: La vostra musica ha prevalentemente un’impronta reggae, ma in questo album esplorate anche altre sonorità, come per esempio nella canzone ‘Di Notte’ si può sentire una certa influenza dubstep…

R: Il Reggae è il suono che preferiamo ma ci piace esplorare e scoprire nuove sonorità, e a volte provare a farne anche una canzone, proprio come nel caso di ‘Di Notte’, la Dubstep ci affascina e si mischia bene col Reggae..

D: Nel vostro disco sono presenti molte collaborazioni con altri artisti che voi stessi definite “fratelli”. Ci raccontate come sono nate queste esperienze condivise che sono artistiche ma anche, a quanto pare, umane?

R: (Valerio) Salgo da qualche anno sul palco con Speaker Cenzou e O’Zulu’ nel progetto 99….hanno fatto parte dell’album non solo nelle tracce in cui hanno cantato, ma hanno seguito insieme a noi l’evolversi di Sei e ci hanno dato innumerevoli consigli. Inoltre abbiamo voluto condividere ‘Sei’ con Dj Uncino, Marco Messina e Dope One perche’ avevano le 2 caratteristiche giuste: Artisti e Amici.

D: Domanda per Valerio: quanto ha influito la tua esperienza live con i 99 Posse nella stesura dei pezzi di questo album?

R: (Valerio) L’esperienza 99 Posse mi ha dato molto, tra l’altro ‘Sei’ l’ho scritto proprio nel mentre del Tour, per cui sicuramente all’interno ci sono tante cose che ho imparato e visto seguendo una delle Band che più amo in Italia e di cui ora faccio anche parte.

D: La vostra missione è (cito le vostre parole) “raccontare la realtà per cambiare il mondo attraverso la musica”. Una missione piuttosto ardua, ma possibile… ce ne parlate?

R: Crediamo fortemente che ognuno col proprio mestiere, col proprio lavoro, fatto con amore, puo’ contribuire al miglioramento del posto in cui viviamo…

D: Quali sono gli artisti, reggae o meno, che hanno influenzato maggiormente il vostro percorso artistico?

R: Sicuramente tutta la Cultura Roots: Dennis Brown, Gregory Isaacs e naturalmente Bob Marley ma anche tanta buona Musica non necessariamente Reggae. Manu Chao, Rino Gaetano e tanti altri.

D: Dal vostro primo album ‘Contagiato’ del 2000 ne è passata di acqua sotto i ponti, la vostra musica ha subito un evoluzione, voi siete cresciuti come persone, ma cosa è rimasto sempre uguale?

R: Per fortuna tante cose sono cambiate, siamo cresciuti ed è cresciuta la nostra Musica, la nostra esperienza nel farla, per fortuna oggi suoniamo un po’ ovunque, soprattutto al Sud, ma qualcosa è rimasto proprio uguale a 10 anni fa, la voglia di fare Musica e di salire sul palco e mettersi in gioco in questo Viaggio.

D: Quanto è difficile nel mondo della musica indipendente, in cui voi militate da tanto tempo, imporsi nel mercato? E quali sono i vantaggi?

R: Nel mondo della Musica Indipendente è tutto così…. indipendente che ognuno fa di testa sua! Noi produciamo i nostri Album perché ci piace scegliere i tempi e scrivere tutto quello che vogliamo come vogliamo, poi il supporto di Parole e Dintorni come Ufficio Stampa e di Halidon come distributrice sicuramente ci aiuta, ma la cosa più importante è esserci e suonare il più possibile… e il meglio possibile!

D: Cosa c’è nel futuro degli Jovine?

R: Nel futuro prossimo di Jovine c’è un Tour insieme ai 99 Posse, poi il nuovo singolo estratto da ‘Sei’ e l’Estate piena di concerti in giro per l’Italia.

Grazie ragazzi ed un grandissimo in bocca al lupo per tutti i vostri progetti e per il lungo tour che state per intraprendere. Alla prossima!

Un Saluto immenso a voi…. Valerio Jovine

Si ringrazia Valerio Jovine,  Alessandro Aspide (basso), Francesco Spadafora (chitarra), Michele Acanfora (tromba), Guido Amalfitano (batteria) e Paolo Bianconcini (percussioni) degli Jovine per la disponibilità e gentilezza.
Un ringraziamento particolare anche a Francesca Moraldi di Parole & Dintorni.

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