Intervista esclusiva a Roberto Ciotti: ‘il Blues è la musica dell’anima’

Intervista a Roberto Ciotti, rappresentante del 'blues mediterraneo', di cui è da poco uscito il nuovo album da solista 'Equilibrio Precario'.

Roberto Ciotti è un musicista con un lungo percorso di grande coerenza artistica che oggi lo consacra come il rappresentante più autorevole del Blues Mediterraneo. Il suo stile chitarristico, la sua voce ed il suo suono inimitabile sono gli elementi distintivi che fanno di lui un artista amato e rispettato da più generazioni, un punto di riferimento per gli amanti del rock blues latino.

Cubemagazine.it ha avuto modo di intervistare questo eclettico bluesman; ecco cosa ci ha raccontato sulla sua musica e su Equilibrio Precario, quindicesimo disco da solista di Roberto Ciotti uscito lo scorso 26 febbraio 2013.

 Lo scorso 26 febbraio è uscito il tuo quindicesimo disco da solista ‘Equilibrio Precario’. Come nasce questo album? A cosa è riferito il titolo?
Il titolo si riferisce alla situazione pesantemente precaria e insopportabile che viviamo. Più di un anno fa avevo scritto il pezzo che era solo uno sfogo momentaneo, invece è diventato la bandiera del cd. Non credo sia è il pezzo più bello, visto il sentimento negativo e sarcastico, ma è rappresentativo di questo momento che non vuole finire. Ci sono inoltre canzoni molto ispirate come Free Bird , Sometimes i feel…

Fin dal primo ascolto, nelle tue canzoni è subito riconoscibile uno stile unico, un rock blues latino che le contraddistinguono. Qual è stato il percorso artistico che ti ha portato dagli stilemi classici del blues ai suoni del Blues Mediterraneo?
Inizio anni 70, dopo aver ascoltato Jimi Hendrix dal vivo, mollo tutto per il blues. Da li tanti viaggi, avventure, esperienze che ho tradotto in musica perché la chitarra non l’ho mollata un attimo. E ancora sto nello stesso mood.. Dopo un tour in America nel 1983 ho capito che dovevo lasciare andare la mia melodia nel Blues. Li ho vinto.

Nell’album ‘Equilibrio Precario’ ci sono omaggi a due grandissimi della musica internazionale: interpreti infatti ‘Hey Joe’ di Jimi Hendrix e ‘Moondance’ di Van Morrison. Quanto lo stile e la musica di questi due artisti hanno influenzato la tua espressione musicale?
Di Hendrix ho già parlato. Morrison è il nero bianco d’Irlanda, e lo sento molto vicino come spirito. Io però provengo dal sud più cool.

Oltre a Hendrix e Morrison, ci sono altri musicisti a cui ti ispiri nel procedimento creativo della tua musica?
I miei preferiti sono J J Cale, B B king, John Lee Hooker, ma in assoluto mi ispiro a me stesso, alle mie storie ed emozioni. Per questo ancora mi seguono .

In Italia il grande pubblico è sempre più orientato verso generi diversi dal blues, anche se negli ultimi anni c’è stato un avvicinamento a questo genere più elaborato e tecnico rispetto ad altri più in voga. È per riuscire a far appassionare di più il pubblico del nostro paese (molto legato alla propria lingua) al blues, che hai deciso di scrivere ed inserire anche canzoni in italiano in ‘Equilibrio Precario’?
Il blues è la musica dell’anima, alcuni invece, prediligono un blues più tecnico. Io mi trovo a metà strada tra i primi e i secondi. Non ho mai amato particolarmente cantare in italiano anche se in passato sono stato spesso spinto a farlo. Oggi che nessuno me lo chiede più, invece, ho rischiato con dei brani in italiano. Mi piace sempre rischiare, la vita senza rischio è monotona. E’ strano sentire queste metriche in italiano ma dopo ‘Stanotte Roma’ brano dell’ultimo cd ‘Troubles & Dreams’, ho riprovato.

Sei uno scrittore ma soprattutto un cantautore. Cosa ne pensi dei talent show italiani? Ne segui qualcuno? E se si, come pensi che questi stiano influenzando il cantautorato italiano?
Mi astengo dal vedere la tv. Ho Sky e vedo solo film ,concerti e le partite della Roma. Mi sento un pò un estraneo da molto tempo. La situazione in Italia è deprimente, i giovani devono andare fuori, uscire, viaggiare se no rischiano di vendersi e stare male.

Ci sono artisti italiani o internazionali con cui ti piacerebbe collaborare o con cui hai già progetti futuri?
Sono orientato in Africa, dopo le esperienze del 2012 compreso il tour in Senegal dove ho anche rappresentato l’Italia al Saint Louis Jazz festival. E pensare che l’Italia ha grandi talenti artistici sprecati. Ho suonato con i più forti in Senegal e amo quello spirito, mi porta indietro di 50 anni. Mi ricorderò sempre nel 2001  al Dubai Jazz Festival quando ho suonato con i più grandi del jazz come Archie sheep, Billy Cobam ,Stanley Jordan. La tv francese ha letto il mio nome in cartellone e non voleva più fare le riprese. Per fortuna alla fine hanno cambiato idea. A volte è stato un problema prendere le distanze dallo stereotipo classico dell’italiano all’estero!!!!

Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Porterai ‘Equilibrio Precario’ in tour?
Andrò dove ci sono fan che mi chiamano perché non ho etichette discografiche dietro. Speriamo bene. Ad aprile a Dakar c’è un bel progetto, l’8 e 9 sarò a Sassari..poi si vedrà.. C’è sempre il mio Brasile ad aspettarmi! ci sono stato nel 2008 e non vedo l’ora di tornarci!

Grazie a Roberto Ciotti per la gentile disponibilità

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