Milano 15 e 16 novembre Conferenza Mondiale per la Pace

Portare l’Europa al centro del dibattito è stato l’obiettivo dichiarato della 5° Conferenza Mondiale Science for Peace.

Portare l’Europa al centro del dibattito è stato l’obiettivo dichiarato della 5° Conferenza Mondiale Science for Peace. L’iniziativa, che nasce nel più ampio contesto del progetto omonimo e che ha come duplice obiettivo la diffusione della cultura di pace e la riduzione delle spese militari, celebra nel 2013 la sua Quinta Edizione.
Premi Nobel, scienziati e illustri personaggi della cultura mondiale si sono confrontati per andare al cuore dei problemi che minacciano la stabilità dell’Unione Europea. In un momento attraversato da grandi instabilità e incertezze, è infatti cruciale che i Governi dei 28 Paesi Europei si adoperino affinché riemerga con rinnovato entusiasmo e vigore il progetto di Altiero Spinelli di un’Europa unita, impegnata anche per la pace. Il dibattito ha esplorato quel perimetro – geografico, politico, economico e culturale – chiamato Europa per riflettere, in un momento importante per la storia dell’Unione Europea, sul senso di identità nazionale e spirito comunitario, rispetto dei popoli e risposte ai nazionalismi, politiche sovranazionali e istanze locali.

La 5° Conferenza Mondiale Scienze for Peace esplora quel perimetro (geografico, politico, economico e culturale) chiamato Europa per riflettere, in un momento cruciale per la storia dell’Unione Europea, sul senso di identità nazionale e spirito comunitario, rispetto dei popoli e risposte ai nazionalismi, politiche sovranazionali e istanze locali.
All’Europa delle banche, di Bruxelles e degli interessi economici si vogliono quindi allargare i confini, per fare l’Europa delle persone, dei territori, delle contaminazioni culturali, dei diritti civili condivisi, della progettazione comune e sostenibile, dei valori e delle responsabilità.
Tra coloro che sono intervenuti anche il Premio Nobel per la Pace 1997 Jody Williams, il Giudice della Corte Costituzionale Giuliano Amato e il Ministro degli Affari Esteri Emma Bonino.
Jody Williams “apre” assieme a professor Veronesi il primo tavolo, e mentre il professore si occupa della parte diplomatica appena Jody ottiene la parola va dritta al nocciolo della questione:

“…alcuni di voi mi forse mi conoscono per le mie precedenti battaglie, ultima in ordine di tempo la campagna contro la produzione e lo smercio delle mine anti uomo, ma ora abbiamo un nuovo obbiettivo, fermare la costruzione e lroduzione dei “killer robots”….”
e ancora;
“….come già rilevato, la tecnologia sta avanzando troppo velocemente nella creazione dei “killer robots,” non consentendo sufficiente spazio e tempo per discutere le implicazioni derivanti dalla creazione e dall’utilizzo di armi robot nell’aria, sulla terra e in mare, in grado di controllare la vita e la morte degli individui. Le armi robot cambierebbero per sempre il volto della guerra dando il via a una nuova terrificante generazione di armi. Noi non siamo contro il progresso, ma contro le tecnologie impiegate nella costruzione di armi robot..”

Con un discorso breve, chiaro e diretto, Jody Williams ha esposto il suo punto di vista spiegando anche con dovizia di particolari quali potrebbero essere le conseguenze dell’uso di queste nuove armi in un futuro che per quanto possa sembrare lontanissimo si trova invece proprio dietro l’angolo.

Dal rapporto tra scienze e fede ai sistemi carcerari in Europa, dalle politiche agricole dell’UE al percorso da tanti auspicato verso gli Stati Uniti d’Europa, dal virus dei nazionalismi al mercato delle armi: l’Europa, Premio Nobel per la pace, diventa l’ospite di questa edizione, diventando interlocutrice privilegiata attraverso la quale approfondire alcuni dei temi più caldi dell’attualità e della contemporaneità.
Oltre i confini. Senza limite. Cercando nuove frontiere.

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