Olimpiadi Rio 2016: cosa succede nei muscoli di Usain Bolt?

Usain Bolt detiene il record dei 100m percorsi in 9,58 secondi ad una velocità di quasi 45 km/h. Una ricerca medica spiega perchè è così veloce.

Usain Bolt ha il record dei 100m percorsi in 9,58 secondi ad una velocità di quasi 45 km/h. Una ricerca medica spiega perchè è così veloce.

Tutti sanno che Usain Bolt è l’uomo più veloce al mondo: ha battuto il record dei 100m a Berlino nel 2009 percorrendoli in soli 9,58 secondi. Questo vuol dire che ha raggiunto una velocità di quasi 45 km/h. Ma come è possibile, per alcune persone, correre così velocemente? A rispondere al quesito ci prova uno studio pubblicato su Nature dove gli scienziati del Max Planck Institute of Molecular Physiology affermano che il segreto della velocità di atleti come Bolt starebbe nella struttura delle cellule muscolari e nelle interazioni di alcune proteine.

I ricercatori hanno studiato i muscoli sotto sforzo con la tecnica della microscopia crio-elettronica (crio=freddo) per capire quali sono le caratteristiche dei muscoli che li rendono così efficienti in alcuni individui. Il dott. Stefan Raunser e il suo team hanno individuato delle proteine specifiche che interagiscono durante la fase di contrazione muscolare e la sinergia tra queste proteine potrebbero essere alla base uno sviluppo ottimale della forza muscolare in alcuni individui:

Con la microscopia crio-elettronica, possiamo osservare i cambiamenti naturali e le interazioni tra le proteine presenti nei muscoli. Potremmo ad esempio scoprire se queste interazioni sono diverse nei muscoli di Usain Bolt rispetto a quelli di altre persone. Tutti i migliori atleti probabilmente possiedono geni che gli permettono di raggiungere le loro performance… La muscolatura di Bolt potrebbe essere composta da una combinazione di fibre particolarmente efficaci.

Le proteine protagoniste di questo fenomeno sono l’actina, responsabile per il 20% del peso della nostra muscolatura e che ha il ruolo di formare delle lunghe fibre su cui si muovono poi le molecole di miosina (che trasforma l’energia in movimento vero e proprio).

Grazie a questo studio, gli scienziati sono riusciti a mostrare che in alcuni casi, sono proprio i geni ad avere un ruolo essenziale nel comportamento di queste proteine: una diversa configurazione genetica potrebbe risultare sia in un indebolimento dei muscoli (come nel caso di malattie muscolari genetiche) sia in un aumento dell’efficacia dell’interazione tra actina e miosina, e di conseguenza allo sviluppo di una muscolatura più potente.

Siamo ancora muovendo i primi passi in questa ricerca, e la contrazione muscolare è un processo che avviene molto velocemente – ha concluso Raunse – Per questo, dobbiamo dividere lo studio in diverse fasi individuali. Tuttavia, i risultati che abbiamo ottenuto potrebbero essere utilizzati per sviluppare nuovi farmaci per trattare le malattie genetiche che affliggono i muscoli.

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