Piano, double tail for Michel Camilo at the Blue Note

Michel Camilo, classe 1954, noto pianista e fisarmonicista di origine dominicana, si è esibito ieri sera al Blue Note di Milano, per una serata davvero magica.

Michel Camilo, classe 1954 nato a Santo Domingo in una famiglia di musicisti, dimostra prestissimo una spiccata predisposizione prima per la fisarmonica e poi, frequentando il conservatorio di Santo Domingo, per il pianoforte. Al conservatorio si forma come pianista classico  e durante il periodo di formazione subisce l’influenza  di jazzisti tradizionali, come Horace Silver, Erroll Garner e Scott Joplin e di jazzisti contemporanei come Herbie Hancock, Keith Jarret e Chick Corea.
La svolta di Michel si apre nel 1985, quando debutta col suo trio alla Carnegie Hall. Nello stesso anno registra il suo primo album da leader, ‘Why Not?‘.

Il Blue Note di Milano trabocca di un pubblico variegato che non appena Michel appare sul palco, fa immediatamente sentire la sua presenza. Il concerto inizia ed  il virtuosismo dell’artista esplode in tutta la sua calda passionalità. Le mani volano sulla tastiera di quell’incredibile strumento,  le note riempiono il Blue Note traboccando probabilmente oltre la soglia del locale e coinvolgendo tutto il pubblico con una vibrazione prorompente.

La percezione dell’incredibile affiatamento con gli altri due musicisti sul palco non tarda a rivelarsi, Michel da il via ad una serie di “duelli musicali” in  particolare con il batterista Cliff Almond, alternandosi con lui in lunghi assoli che sfociano sempre in entusiasmanti  momenti di comunione, lunghi momenti in cui la musica passa dal profumo antico di accordi classicheggianti al sapore speziato dei ritmi latini.

La serata si chiude con una lunghissima standig ovation che però non riesce a riportare sul palco gli artisti, ma non è certo mancanza di generosità da parte loro, è piuttosto una necessità “tecnica” , è chiaro quando l’accordatore arriva e impiega tutto il tempo della pausa tra un concerto e l’altro (alle 23,00 è iniziato il secondo),  per  “regolare” alla perfezione il suono del pianoforte che,  un po’ per la prorompente vitalità di Michel Camilo, un po’ per il particolare modello a doppia coda, ha bisogno di qualche attenzione in più.

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