Un Marilyn Manson meno demoniaco, infiamma Milano

Ieri sera, nell'ambito della rassegna 'Milano City Sound', si è esibito il Reverendo Marilyn Manson per un concerto lungo solo 60 minuti, in cui l'artista ha mostrato il suo smalto ritrovato.

Si è fatto attendere parecchio ieri sera, il caro Marilyn Manson, artista dalla personalità molto discussa. Forse voleva solamente che le tenebre calassero completamente sull’Ippodromo del Galoppo di Milano, per una maggiore resa del suo show.
‘Born Villain’ è l’ultimo album del Reverendo e della sua band, uno dei migliori degli ultimi anni, secondo la critica e ieri sera, nell’ambito della rassegna ‘Milano City Sound’, poco c’era da criticare sia dal punto di vista tecnico che quello carismatico.
Ma andiamo per gradi. Il concerto ha inizio sulle note di ‘Hey, Cruel World’, estratto proprio da ‘Born Villain’, seguito da uno dei grandi classici di Manson, ‘Disponsable Teens’. Subito è evidente che il cantante è in grande forma, l’interpretazione vocale non è eccelsa, ma molto buona e nonostante il tono sostenuto delle canzoni ha saputo reggere per tutti i 60 minuti o poco più di durata del concerto, con qualche calo verso il finale.
La scaletta, piuttosto scarna per la verità, ha comunque saputo accontentare tutto il pubblico, composto per lo più da 30enni – da coloro che negli anni d’oro del Reverendo erano dei ragazzini, poco più che adolescenti.
Marilyn Manson ha proposto in successione alcuni pezzi tratti dal suo ultimo lavoro, ma lasciando grande spazio ai classici, osannati dal grande pubblico. ‘mOBSCENE’, ‘Antichrist Superstar’, ‘The Dope Show’ e le cover di ‘Personal Jesus’ e ‘Sweet Dreams’ hanno saputo esaltare il pubblico come non mai, ma anche lo stesso Manson, grazie alla sua grande abilità scenica ha saputo coinvolgere tutti i 4.000 spettatori paganti.
Un Manson che comunque è apparso molto meno trasgessivo del solito, se non per quel tirapugni attaccato al microfono ed al suo solito look “infernale”: sono oramai lontani i tempi in cui si diceva che sul palco torturasse poveri animali (leggende metropolitane), o del sesso in pubblico.
La chiusura del concerto è affidata a ‘The Beautiful People’, ottimo pezzo che ha sottolineato comunque una finezza artistica ritrovata, come non la si vedeva da tempo.

Di seguito, la set-list:
1. Intro: Suspiria (Goblin song)
2. Hey, Cruel World…
3. Disposable Teens
4.  The Love Song
5.  No Reflection
6. mOBSCENE
7.  The Dope Show (Introdotta da ‘Diary of a Dope Fiend’)
8. Rock Is Dead
9. Personal Jesus (Depeche Mode cover)
10. Pistol Whipped
11. Coma White / Coma Black
12. Irresponsible Hate Anthem
13. Sweet Dreams (Eurythmics cover)
Encore:
14. Antichrist Superstar
15. The Beautiful People

This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish. Accept Read More