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Jonas Brothers: la verità sulla fine del contratto con Hollywood Records

I Jonas Brothers hanno annunciato qualche giorno fa la fine del contratto con l'etichetta Hollywood Records, motivando questa scelta come una "necessità per crescere e cambiare", ma la verità sarebbe un'altra...

Come sapranno i fan più accaniti, la boy band dei Jonas Brothers ha recentemente annunciato la fine del loro contratto con la Hollywood Records, casa discografica che li ha lanciati e portati al successo mondiale.
Un annuncio pacato, senza troppi dettagli, che indicava come motivazione principale la “crescita” e la “voglia di cambiare rotta” del gruppo. Fin qui, nulla di strano, tranne il fatto che l’annuncio è stato come un fulmine a ciel sereno: nessun avvenimento o dichiarazione, prima di questa, aveva lasciato intuire l’intenzione delle ex star Disney.
Ma la verità sarebbe un’altra: secondo il sito BlindGossip (uno dei principali siti gossip americani, in cui le notizie vengono pubblicate in forma anonima per il timore di querele) la rottura tra la casa discografica ed i fratelli Jonas sarebbe stata tutt’altro che tranquilla. Stufi delle loro manie di grandezza, i discografici li avrebbero licenziati in tronco, anche per il fatto che non vi è nessuna intenzione, da parte del gruppo, di mettersi al lavoro su del nuovo materiale. Dopo il disastroso tentativo di Joe Jonas e del fratello Nick di lanciarsi in una carriera solista, sogno andato ben presto in fumo, ed il reality show di Kevin con la moglie, i 3 fratelli hanno visto i loro fan diminuire pian piano di numero.
E pare che, nonostante le pressioni effettuate dalla casa discografica, puntualmente rimbalzate dal gruppo, la macchina Jonas Brothers non voglia più mettersi in moto, accecata dai soldi e dalla fama.

Ci teniamo a puntualizzare che questo è solo un “rumor”, messo in giro da una fonte non ben precisata, ma che spiegherebbe in maniera chiara l’improvviso abbandono della collaborazione con la Hollywood Records, apparentemente senza motivo, da parte della band. A voi le conclusioni.

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Pubblicato da
Cube Magazine