Categoria: MUSICA

Intervista a Manuel Rinaldi: vi racconto i miei ’10 Minuti’

Cube Magazine ha incontrato il cantautore emiliano Manuel Rinaldi, che ci ha presentato la sua ultima fatica, il disco '10 Minuti' e ci ha parlato un po' di sè stesso.

 

Il cantautore emiliano Manuel Rinaldi ha appena lavorato al suo nuovo disco ‘10 Minuti’, il quale è stato prodotto da Fabio Ferraboschi e che vede anche la collaborazione del chitarrista Cris Maramotti. La tracklist dell’album comprende i seguenti brani: ‘Cioccolata’, ‘La canzone perfetta’, ‘Adele’, ‘L’alternativa’, ‘L’anonimato garantito’, ‘10minuti’, ‘Era migliore’, ‘L’ego-sistema’, ‘Se ci pensi’ e ‘E continua a suonare’. Noi di Cube Magazine abbiamo avuto la possibilità di fare qualche domanda a Manuel.
Ecco la nostra intervista con il cantautore.

Cube Magazine: Ciao Manuel, innanzitutto grazie mille per la disponibilità. L’ album ’10 minuti’ è il tuo nuovo progetto discografico. Essendo tu un cantautore, a cosa ti sei ispirato per comporre i brani presenti in questo album?
Manuel Rinaldi: “Ciao Miriam, grazie a te per questa intervista. ’10 minuti’ è un album che arriva dopo un periodo di “transazione artistica”, un momento in cui sentivo che volevo fortemente lavorare a un mio album, ma mi sentivo bloccato. Una serie di avvenimenti mi ha portato a vivere in Inghilterra e quando sono rientrato tutto era più chiaro. I brani sono usciti da soli senza forzature. L’ispirazione è arrivata quando ho deciso che volevo un disco senza compromessi e che lo volevo alla mia maniera, senza filtri. Avevo bisogno di comunicare le cose reali così come stanno, senza mezze misure e senza tanti giri di parole, con irriverenza se era necessario e, grazie anche alla collaborazione di Stefano Leonardi come autore, sono uscite queste canzoni a volte provocatorie, a volte ironiche ma sempre e comunque vere”.

CM: I brani dell’album ’10 minuti’ hanno tutti un qualcosa che li lega, qualcosa in comune? Se sì quale è la caratteristica principale di questo album?
MR: “Come accennato prima sono tutti brani veri, racconto avvenimenti vissuti realmente, pensieri, amori, frustrazioni senza fare della finta retorica. Il filo conduttore è una sana dose di provocazione e ironia che li caratterizza, il tutto condito da un sound brit-rock”.

CM: Come mai hai deciso di intitolare il tuo album ’10 minuti’?
MR: “10 minuti prende il nome dal brano numero 6, per l’appunto ’10 minuti’. La vita là fuori è stupenda ma spesso anche molto dura e non è facile rimanere a galla. Ci vogliono ogni tanto quei 10 minuti per riflettere, per fare delle domande a qualcuno o semplicemente per riprendere un po’ di fiato perché altrimenti si scoppia…poi quei 10 minuti li puoi usare come vuoi, ognuno li sfrutta come vuole, l’importante è che quando si sente la necessità, ci si ritagli quei 10 minuti di respiro…è un po’ come l’intervallo tra il primo e il secondo tempo di una partita di calcio, anche se li i minuti sono 15 :)”

CM: Collegandoci al titolo del tuo album, se potessi rivivere 10 minuti della tua carriera, quale episodio rivivresti?
MR: “Dato che mi chiedi espressamente della mia carriera ti dico il concerto che tenni a Milano all’Alcatraz. Essere in piedi su quel palco su cui hanno suonato dei “grandi” provenienti da tutte le parti del mondo è stata un’emozione unica”.

CM: Tornando indietro nel tempo, quando hai iniziato ad avvicinarti al mondo della musica? La musica ha sempre fatto parte della tua vita, o da piccolo avevi altri obiettivi?
MR: “Iniziai veramente da molto piccolo ad avvicinarmi alla musica. Mio padre ascoltava i dischi in vinile dei grandi della musica rock degli anni ’70 e ricordo che rimanevo ore a guardare le copertine di quei dischi così carichi di energia, lì avevo circa 5 anni. Poi, all’età di 8 anni, cominciai a prendere le prime lezioni di chitarra. Quando si è giovani non si ha quasi mai un obiettivo definito, almeno io non lo avevo, o comunque continuava a cambiare con il trascorrere degli anni. Diciamo che c’è stato un periodo in cui ho abbandonato quasi totalmente la musica, ma si va molto indietro nel tempo, poi però con prepotenza è tornata come un uragano e da lì non ho più smesso”.

CM: Essendo tu un cantautore e quindi parlando per esperienza personale pensi che tutti possono diventare cantautori o è una dote innata quella di saper comporre dei brani?
MR: “Credo che chiunque possa essere un cantautore a suo modo. Il bello della musica è che è libera e tu puoi interpretarla come vuoi, non ci sono schemi…almeno a me piace vederla in questo modo, anche perchè è proprio quando c’è libertà di espressione che escono le cose migliori…quindi ben vengano tutti quelli che hanno la curiosità di scrivere qualcosa, forse è proprio tra questi che nascono i talenti”.

CM: Solitamente come accosti la musica ai tuoi testi? Trovare la melodia adatta per i vari brani è complicato o avviene in maniera naturale?
MR: “Solitamente scrivo sempre prima la musica e poi elaboro un testo o meglio, parte tutto da un “giro” di accordi. Prendo la mia chitarra e suono qualcosa, quando mi piace ci comincio a lavorare. Il testo poi prende vita seguendo la melodia della musica. Avviene tutto in maniera spontanea, non mi piace starci su troppo tempo a cambiare le parole o le virgole, o mi piace subito oppure passo ad altro”.

CM: Quanto è importante per te comunicare alla gente i tuoi pensieri e le tue emozioni attraverso i tuoi testi e attraverso la tua musica?
MR: “Viviamo in un mondo dove si fa sempre più fatica a comunicare, alle persone devi fare arrivare dei messaggi compressi, veloci e leggeri, devono arrivare subito…la gente non ha tempo e voglia di stare troppo a pensare e non ha voglia ti assumersi le responsabilità. Purtroppo i media, giocando su questa situazione, cercano di far piacere certe cose al maggior numero di persone possibile seguendo l’andamento del momento e spesso e volentieri non raccontano la realtà. Io cerco di essere vero, autentico, quello che ascolti dalla mia musica è quello che sono, non ho niente da nascondere e lo voglio comunicare così, fregandomene di ciò che “tira” di più o di meno in quel momento”.

CM: Ci sono dei personaggi che durante la tua carriera hai incontrato che hanno lasciato un’impronta nella tua vita?
MR: “Più che altro ci sono Artisti che mi hanno ispirato e altri che non so per quale inspiegabile motivo mi accompagneranno per il resto della mia vita. Ad esempio, da quando ho ascoltato i Pink Floyd non sono più riuscito a staccarmene, da quando ho sentito la chitarra di David Gilmour, da lì ho un amore folle per le chitarre “Fender”…ma anche diversi Artisti Italiani mi hanno influenzato sicuramente, come Vasco, Battisti, Rino Gaetano, De André, Battiato…”

CM: Cosa consiglieresti a quei ragazzi che vogliono intraprendere la strada di cantautori? Hai particolari consigli da dare a loro riguardo la scrittura dei testi e all’accostamento della melodia? E che consigli daresti loro in generale in base alla tua esperienza?
MR: “Oggi credo che non ci siano regole da seguire in questo senso. Mi piace pensare che una bella canzone può nascere da sola perché avevi voglia di scriverla. Quindi, l’importante è essere autentici, e dire quello che si pensa. Non lasciarsi influenzare dai generi del momento ma seguire la propria strada, la propria arte e poi quella uscirà da sola. Siate veri e reali!”

Si ringrazia Manuel Rinaldi per la gentilezza e Sara Bricchi di Parole & Dintorni per la disponibilità.

 

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Cube Magazine
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