Il Cile presenta oggi ‘Siamo Morti a 20 Anni’

A poche ore dalla pubblicazione, 'Siamo Morti a Vent’anni', l’album d’esordio di Lorenzo Cilembrini, in arte Il Cile, raggiunge la vetta della classifica album di iTunes.

A poche ore dalla pubblicazione, in formato fisico e digitale, ‘Siamo Morti a Vent’anni’, l’album d’esordio di Lorenzo Cilembrini, in arte Il Cile, raggiunge la vetta della classifica album di iTunes, confermando le attese e le aspettative che hanno preceduto l’uscita.
Lorenzo si è imposto e distinto con decisione nella scena musicale italiana con il suo primo singolo, ‘Cemento Armato’.
Il brano ha anticipato l’album, raccogliendo consensi non solo dalle radio, dalla stampa e dagli addetti ai lavori, ma anche dalla gente, che su internet ha commentato e apprezzato positivamente il testo, dalle parole aspre e dolci al tempo stesso.

Il Cile oggi è il golden boy della nuova leva cantautorale. L’album ‘Siamo morti a vent’anni’ contiene 9 tracce inedite e arriva ora al pubblico, dopo un lungo lavoro pieno di passione e molta gavetta, merito anche di Fabrizio Barbacci, produttore di lungo corso che ha saputo lasciar libero il talento di Lorenzo. Le nove canzoni di ‘Siamo morti a vent’anni’ sono il diario di progetti da finire e amori già finiti . E sono la voce di un trentenne che, come tutti i trentenni di oggi, prova a “togliersi gli avvoltoi dalle spalle” (da “La Lametta”) per iniziare davvero un nuovo capitolo. Migliore di quelli prima.

Le canzoni:
1- Siamo morti a vent’anni: è il brano che dà il titolo all’album e forse quello in cui mi sono denudato maggiormente a livello emotivo,umano ed artistico. Questa canzone è un affresco emozionale di qualcosa che si è perso nel passato della nostra anima, dei nostri sogni, dei nostri desideri. C’è un punto di non ritorno nell’esistenza di qualunque individuo: il passaggio da adolescenza ad età adulta, quel salto nel cerchio infuocato che brucia alle proprie spalle gli amori persi, le illusioni, gli eccessi che lasciano cicatrici e si rinasce dalle proprie ceneri forse più forti di prima.
2- Cemento Armato: questo brano per me è stato più un grido di rabbia che di dolore. L’ho scritta di getto per esorcizzare un periodo della mia vita precario ed instabile sentimentalmente, lavorativamente e nella mia percezione della società, della politica, di un civiltà moderna in balìa di effimere necessità di consumo e diletto per riempire il proprio vuoto cosmico. Ho voluto chiudere con un’immagine di forte contrapposizione: il cemento armato e il filo spinato da una parte, i prati di viole da un’altra. Perché la vita è spesso un chiaroscuro tagliente.
3- Tu che avrai di più: la danza dei mesi alla ricerca di un amore forse destinato a non tornare, dalle spiagge bollenti dell’agosto, al gelo di novembre, mese del mio compleanno. Collezionando frammenti della sua vita, della sua anima, della sua passione che naviga adesso verso altri lidi ed io che ancora naufrago, che annaspo verso di lei. La donna che amo.
4- La ragazza dell’inferno accanto: la ragazza dell’inferno accanto è la ragazza che ha come preoccupazione maggiore nella vita il non annoiarsi, l’assaporare voracemente tutte le sensazioni forti e pericolose, la ragazza che si autoconvince di essere pura per ignorare il catrame che avvolge la sua anima. Ne ho incontrate tante nella mia vita e mi hanno fatto perdere spesso la testa. Le ho volute raccogliere in immagini con questo brano.
5- Tamigi: si va in Inghilterra perché si è giovani, eccitati e assetati di novità. Si va in Inghilterra perché fare il cameriere là è sempre meno svilente che nella propria città, si va in Inghilterra per scappare da qualche demone che purtroppo molto spesso vive dentro di noi e si nutre della nostre debolezze. In questo brano voglio augurare ad una ragazza a me cara di vivere Londra a cuore aperto come successe a me anche se la lontananza ci costringerà a perdersi.
6- Il nostro duello: La vita è un continuo esame, questo brano raffigura la mia condizione mentale e sentimentale qualche mese prima della firma del mio contratto discografico con Universal. Lo spunto nacque al ritorno da Milano mentre analizzavamo alcuni miei brani in auto col mio produttore artistico Fabrizio Barbacci, e più andavamo avanti con l’ascolto, più arrivavano critiche e considerazioni e più mi facevo consapevole che nella vita il duello è qualcosa di insito alla nostra natura. Si fanno duelli per amore, per raggiungere una meta, per realizzarsi artisticamente ed umanamente. A volte si vince, altre si perde, l’importante è combattere.
7- Il mio incantesimo: questo brano vuole rappresentare il risveglio delle speranze di una generazione che combatte per riappropriarsi della luce di un sole destinato ineluttabilmente a rinascere dopo una lunga notte di pensieri tormentati, è un urlo di rinascita, è il bisogno di riprendersi i propri spazi umani e mentali, la propria identità, di stringere i denti e tornare ad alzare la testa.
8- Credere alle favole: L’amore è una sorta di favola ma non sempre le favole hanno un lieto fine. Questo brano è stato il primo che ho ritenuto idoneo ad un mio eventuale album solista dopo che sciolsi la mia band. Lo scrissi infatti circa cinque anni fa. E’ stato come un flusso di emozioni aggrovigliate che ha abbattuto qualche porta del mio cuore, che teneva a bada il mio istinto, la mia irrequietezza, il mio tormento emotivo. E quel cuore in quel momento l’avrei estirpato con le miei mani, per affittarne un altro che però non avrebbe più battuto come prima.
9- La lametta: fare musica al giorno d’oggiAggiungi un appuntamento per oggi è ancora più rischioso e faticoso di quanto lo sia sempre stato: in termini di tranquillità interiore, di sicurezza economica, di armonia mentale. Io ho preso alcune porte in faccia ma come Jack Torrence in Shining, ho sempre pensato che sarei riuscito a sfondare quella porta e far vedere il mio ghigno al grande pubblico. In parte ci sono riuscito, ma mai fermarsi o adagiarsi in questo mestiere. E’ il segreto del rock’n roll.

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