Intervista esclusiva ad Arisa: dopo Sanremo in Tour con ‘Se Vedo Te’

Cube Magazine ha incontrato Arisa in occasione della Data Zero del suo nuovo tour 'Se Vedo Te', e ci ha voluto raccontare qualcosa in più dei suoi progetti.

Arisa è una ragazza timida solo all’apparenza, in realtà è un’artista determinata, consapevole dei propri mezzi e decisa a perseguire i propri obiettivi. Avevamo già avuto l’occasione di incontrarla nel 2011, quando stava per salire sul palco di MiTo, dove aveva aperto il concerto di Franco Battiato.
In quell’occasione, capimmo come dietro quegli occhialoni vintage e quell’aspetto un po’ svagato, ci fosse in realtà sostanza, molta sostanza.
Oggi la ritroviamo matura, consapevole dei suoi mezzi e con nel carniere la vittoria al Festival di Sanremo. L’abbiamo intervistata poco prima della data ‘zero’ del suo tour ‘Se vedo te’ ed ecco cosa ci ha raccontato.

Cube Magazine: Rosalba, sei reduce dal Festival di Sanremo, come sta andando la distribuzione del nuovo album? Qualcuno dice che hai superato le 100 mila copie.
Arisa: «No purtroppo non è così, questi numeri non ci risultano. L’Italia è diventato un paese piuttosto complicato per vendere dischi e quindi i numeri che si facevano una volta, oggi non sono nemmeno ipotizzabili. Diciamo che siamo soddisfatti, ma considera che per un disco d’oro oggi sono sufficienti 25 mila copie, mentre una volta veniva dato per aver superato le 500 mila. Speriamo di arrivare a 100 mila entro la fine dell’anno».

CM: Cosa è cambiato dopo la vittoria di Sanremo?
A: «Assolutamente niente. E’ stato esattamente come dopo il giorno dopo la maturità. Mi sono tolta un pensiero».

CM: Forse non è cambiato nulla musicalmente. Ma dopo aver fatto tre Festival e 2 edizioni di X Factor almeno dal punto di vista della notorietà qualcosa è cambiato per forza. A livello di responsabilità. Non credi?
A: «Sento più responsabilità, ma non è che ora il mio cammino si interrompa. Io non amo adagiarmi sugli allori. Il giorno dopo il successo di Sanremo ho già pensato a quello che sarebbe venuto dopo. Pensavo a scrivere nuove canzoni. Non mi basta una stretta di mano. No io voglio vivere, voglio pormi dei nuovi obiettivi da raggiungere, per guardare avanti».

CM: Quanto è difficile perseguirli?
A: «Sai fare l’artista solista non è mai facile. Un conto è lavorare in un gruppo, un conto è essere Arisa e dover fare l’Arisa».

CM: In un’intervista alla Radio hai detto che sei una ragazza allegra e solare, se scrivi canzoni tristi è solo perché ti dedichi ai testi quando non hai voglia di uscire di casa.. Riusciremo a sentire un’Arisa cantautrice allegra prima o poi?
A: «Io sono spiritosa. Nella mia vita di tutti giorni lo sono spesso, ma solo se c’è l’occasione. Semmai sono cresciuta, sono diventata adulta. Non dimentichiamo che 5 anni fà, prima di fare il primo Sanremo facevo l’estetista… Diciamo che sentirete anche dei miei brani allegri, si tratterà di aspettare. Anche se tutto sommato, se ascoltate i brani malinconici, sotto sotto scoprirete che ch’è una vena di allegria e di ironia».

CM: Allora facciamo un passo indietro, quando eri all’inizio della tua carriera. Tu sei di origine lucane. Quanto è difficile diventare famosa partendo da quella regione?
A: «Dalla Basilicata è più dura che da altri posti. La mia Regione, ma la cosa avviene anche in Calabria, soffre la mancanza di strutture e di possibilità. Sono zone purtroppo ingrate, che per trovare la tua dimensione ti obbligano ad abbandonare la tua famiglia. Spesso il vuoto che sei costretta ad affrontare rimane incolmabile ed incolmato. Poi l’essere famosi è molto relativo. Se la gente ti conosce ti vuole bene, ma credo che il divismo non esista più. Questo, quantomeno vale per me. Da quando sono più conosciuta non sono cambiata granché. Forse guadagno qualche soldo in più. Per anni ho lavorato per 600 euro al mese».

CM: Quindi non ti senti famosa..
A: «No. O comunque la gente non me lo fa capire. Non sono quel tipo di artista che viene assaltata. Sono una ragazza a cui qualche volta si fa un sorriso, con cui ci si scambia un saluto. Le persone magari mi chiedono una foto, un autografo. Diciamo che godo di una bella dimensione: vivo tranquilla e i miei concerti sono spesso pieni. Una sorta di stato di grazia, insomma».

CM: La tua carriera è iniziata molto presto, ma la tua consacrazione è arrivata grazie a ‘Sanremo Lab’, che ti ha consentito di partecipare al Festival, nella sezione Giovani. Come sei arrivata a questa accademia?
A: «L’accademia è aperta a tutti. Mi sono iscritta così come fanno tanti giovani. Si tratta di un concorso promosso dalla Regione Liguria e dalla Città di Sanremo, un’opportunità che ogni anno viene offerta a 400 giovani. Una volta ammessi si paga una retta e il gioco è fatto. L’anno in cui ho preso parte a questa iniziativa, ho avuto la grande fortuna di arrivare pronta, già consapevole di ciò che volevo».

CM: A cosa ti riferisci?
A: «Erano 26 anni che aspettavo questo momento. Fin da bambina la mia grande aspirazione è stata quella di partecipare e vincere Sanremo. Si è trattato di tramutare in realtà ciò che avevo sognato: come volevo vestirmi, cosa volevo cantare. Tutto è stato perfetto, come me l’ero immaginato».

CM: Hai paura della musica e del suo mondo?
A: «La musica non ti fa fare tanti guadagni, per cui la mia unica paura è di morire sola e in povertà. Credo che se un artista ha qualcosa di vincente da proporre e uno staff di qualità, non debba avere paura. Non mi sento una meteora, quello spartiacque l’ho già passato».

CM: Qualcuno ha detto che Arisa oggi è anche impegnata politicamente. E’ vero che appoggi il Partito Democratico?
A: «Il Partito Democratico è quello di Renzi? Beh si io appoggio Renzi. In realtà non mi intendo di politica e non saprei consigliare quale sia la strada migliore per l’Italia. Però umanamente, se lo conoscessi e non sapessi che fa il politico, allora apprezzerei la sua voglia di proporsi e di mettersi in gioco per cambiare il destino di questo Stato. Poi se avrà successo è tutto da vedere. Di sicuro è un uomo coraggioso, che poteva starsene a casa e continuare a fare le cose che faceva e invece…».

CM: Al tuo attivo hai anche esperienze cinematografiche. Prevedi in futuro di ritornare sul grande schermo?
A: «Direi di no. Al momento mi concentro con la musica. Siamo partiti con il tour ed ora la priorità è questa. Il legame che mi lega al pubblico è buono e non vogliamo deluderlo. Io amo i miei fan, anche se a volte magari questa cosa non emerge. Credo che il mio amore essenzialmente venga rivelato quando facci un disco».

CM: Oggi l’amore ti fa soffrire o ti fa stare allegra?
A: «L’amore è la mia musica e questo mi basta».

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