L’energico ritorno live dei Paramore, elettrizza il MilanoSound City

Ieri sera all'Ippodromo del Galoppo, i Paramore si sono esibiti, dopo 5 anni di assenza dai palcoscenici italiani.

10 Giugno 2013, Ippodromo del Galoppo (Milano). Erano alcuni anni che i fan italiani della giovane band originaria del Tennessee attendevano il loro ritorno nel Bel Paese. Ed a riprova di questa grande attesa, è anche il dettaglio che il concerto, inizialmente fissato all’Alcatraz, è stato spostato in una venue più ampia, quella dell’Ippodromo del Galoppo. Gli estimatori del gruppo hanno iniziato già nel primo pomeriggio a radunarsi di fronte agli ingressi, per assicurarsi un posto il più vicino possibile al palcoscenico ed ai loro idoli, che molti di loro, non hanno mai avuto occasione di vedere dal vivo.

Dopo un apprezzata apertura da parte della rock band inglese dei Dutch Uncles, accorsi sul palco alle 20.30 precise, mentre il sole comincia a calare, l’atmosfera in tutto l’Ippodromo comincia a scaldarsi e la gente acclama gli headliners della serata.

Sul palco, per primi, arrivano accompagnati da un urlo assordante Hayley Williams, la rossa cantante, e Taylor York, che imbraccia un ukulele e con questo strumento intona le note di ‘Moving On’, un inizio insolito e molto “soft” per un concerto del genere. Ma subito dopo esplode l’energia con ‘Misery Businness’, seguita da ‘For a Pessimist, I’m Pretty Optimistic’, un salto indietro nel tempo molto apprezzato dal pubblico. La folla canta in coro ‘Decode’, colonna sonora di ‘Twilight’, mentre esplode quando le prime note di ‘Now’ irrompono nell’Ippodromo. Alcune ragazze vengono portate fuori dalla ressa dalla sicurezza, l’entusiasmo del pubblico era davvero incontenibile. Hayley è davvero instancabile, salta e balla per tutta l’ora e mezza di durata del concerto. Mentre i due colleghi impeccabili nel loro ruolo, restano comunque molto dinamici.

Di grande effetto l’esibizione su ‘Ain’t It Fun’, con il finale (che nel cd è cantato da un coro gospel) sostenuto dal pubblico milanese. A seguire la romanticissima ‘The Only Exception’, in cui l’atmofera si fa buia e l’Ippodromo è illuminato dagli schermi accesi dei telefonini. Una scaletta in cui i Paramore hanno ripercorso tutta la loro carriera, proponendo i pezzi più significativi della loro storia musicale, mescolandoli – ma senza esagerare – alle nuove tracce contenute in ‘Paramore’. Alcuni fortunati ragazzi del pubblico, quelli con i capelli più colorati o più bizzarri, vengono chiamati sul palco. Qualcuno piange, qualcuno si abbraccia con l’amico, e partono le note di ‘Anklebiters’. E’ un urlo assordante, l’entusiasmo sul palco è alle stelle. Ma siamo agli sgoccioli. Il gruppo esegue ‘That’s What You Get’, seguito dall’ultimo singolo ‘Still Into You’, che il pubblico conosce a menadito, persino Hayley è sorpresa.

Una piccola pausa e poi sulla scenografia minimale (il logo dei Paramore) compare un muro di mattoni. La maggior parte capisce che è tempo di ‘Brick By Boring Brick’ ed intona il “Parapaparapapara” che rincorre come un tormentone nella canzone. Ma molti sanno che questo è anche il pezzo con cui la band chiude i concerti.
Come da copione, i tre giovani ragazzi del Tennessee si abbracciano e ringraziano il loro pubblico, che – a detta loro – è stato uno dei più rumorosi di sempre. Certo è che loro hanno lasciato il segno. I Paramore sono davvero un’ottima band da ascoltare dal vivo, una band che sa donare nuova energia ai pezzi del cd. Forse si sbagliano in molti a catalogarli come “per ragazzini”, perchè c’è molto di più dietro ai bei faccini ed a quella chioma rossa.

Di seguito la setlist del concerto:
Moving On
Misery Busines
For a Pessimist, I’m Pretty Optimistic
Decode
Now
Renegade
Pressure
Ain’t It Fun
The Only Exception
Let the Flames Begin
Fast in My Car
Ignorance
Looking Up
Whoa
Anklebiters
That’s What You Get
Still into You
Encore: Brick by Boring Brick

 

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