Una Nobile Causa: al cinema la dipendenza da gioco d’azzardo – recensione
Il film di Emilio Briguglio Una Nobile Causa, al cinema dal 26 maggio 2016, è una commedia sulla dipendenza dal gioco d'azzardo. Leggi trama e recensione.
Una Nobile Causa, film di Emilio Briguglio, esce al cinema oggi 26 maggio 2016. È un racconto corale che tratta del difficile argomento della dipendenza dal gioco d’azzardo pur mantenendo i tratti della commedia. Nel cast troviamo Giorgio Careccia, Rossella Infanti, Antonio Catania, Roberto Citran, Francesca Reggiani.
Una Nobile Causa: trama
Gloria è una donna vittima del vizio del gioco. Un giorno dopo una grossa vincita viene convinta dalla sua famiglia a iniziare un percorso di terapia. Si reca da un medico psicologo il dottor Aloisi esperto di questo tipo di dipendenza, il quale cerca di recuperare la donna dalla dipendenza dal gioco. Comincia così a raccontare la vicenda del Marchesino Alvise Fantin, un altro malato che per lottare contro la dipendenza ha stravolto la vita a cui era sempre abituato. La vicenda di Gloria e di Alvise, si sviluppano parallele lei poco consapevole della malattia, lui impegnato nel percorso di rinascita. La storia procede tra molti colpi di scena che rimettono in questione anche il ruolo di alcuni personaggi, con una escalation di equivoci ed effetti sorpresa che porteranno a …
Una Nobile Causa: recensione
Una Nobile Causa è un film sviluppa due binari contemporaneamente quello della commedia divertente e quello della presa di coscienza di un problema oggi molto attuale: la dipendenza dal gioco d’azzardo. La sceneggiatura è ben scritta per quanto riguarda le figure tipiche di questo genere cinematografico quali l’equivoco, l’ambiguità, il doppio, il capovolgimento finale; tuttavia è troppo edulcorata nei momenti romantici e poco acuta nelle boutade. Molto buona la prova recitativa Antonio Catania, che veste i panni del dottor Aloisi e Francesca Reggiani, nel ruolo di Gloria, ma la storia è carente di profondità quando si parla della malattia e la risata non è mai velata dalla amarezza della realtà come ci si aspetta dal tipo di argomento trattato. Insomma manca quel leggero velo di amarezza che doveva scalzare la superficialità e lasciare trasparire lievemente ciò che l’apparenza racchiude.